Azienda Agricola Cascina Montiglio s.n.c. - Regione Montiglio 10010 Quagliuzzo (TO)

La ValChiusella, con i suoi 25 km, è una miniera di tesori. Morfologicamente si divide in due zone: una collinare e una di montagna. Della Collina che si affaccia soprattutto sull’Anfiteatro Morenico d’Ivrea abbiamo già scritto. Questa volta ci dedichiamo alla parte della montagna, quella zona che abbraccia a semicerchio l’alta Valle. È aspra, selvaggia, frequentata da pastori e amata dagli Escursionisti. Nella sua parte più alta, la testata della Valchiusella, confinante ad ovest con la Valle Soana è delimitata da una serie di montagne tra le più elevate. La vetta più importante che arriva ai 2820 metri è quella del Monfaldì, seguita dai 2756 metri del Monte Marzo, anche riconosciuta come la vetta simbolo della Valchiusella (dalle cui pendici il Chiusella inizia il suo corso, per sfociare nella D’ora Baltea nei pressi di Strambino). Superati gli alpeggi di media transumanza di Spartore e raggiunta Buffa si entra nel classico ambiente alpino caratterizzato dalla flora di alta quota. Qui i ghiacciai hanno plasmato le rocce montonate e i circhi glaciali. Questo severo ambiente alpino è attraversato dalla Grande Traversata delle Alpi (GTA) e da una rete di sentieri che portano in vetta alle cime, dove si possono costeggiare e ammirare antichi laghi e laghetti alpini. Questo versante ortografico è costellato di piccoli laghi sopra i 2000 metri, in ambienti levigati dai ghiacciai pleistocenici.

Gli imperdibili sono i LAGHI DELLA BUFFA, in testata del Vallone di Spartore; i LAGHI DELLA FURCE, al fondo del Vallone di Burdeiver sotto il Monte Giavino; il LAGO LIAMAU posto in un piccolo e profondo circo glaciale alla base dell’omonima cima e dominato dalla più alta montagna locale, il Monfandì; il LAGO CREUS, sul percorso per il Liamau, ma più che un lago è un paciass (per i non piemontesi, letteralmente: pozzanghera, in realtà una torbiera), in una conca circondata da bastionate rocciose di aspetto tolkiniano; il LAGO SUCAL è una piccola perla straordinaria, incastonata tra massi levigatissimi e nelle cui limpide acque nuotano addirittura numerosi pesci. L’itinerario per raggiungerli e apprezzarli è chiamato il SENTIERO DEI LAGHI ed è una delle escursioni più affascinanti, sintesi ideale dell’incanto di questo pezzo di territorio Canavese. Ma si tratta di una camminata escursionistica lunga, faticosa e difficoltosa, che richiede tempo a disposizione, (almeno un’intera giornata, ma consigliato in due giorni per dormire in tenda sotto le stelle), e soprattutto esperienza e allenamento, perché si svolge su sentieri ormai poco battuti ed a volte difficili da trovare (ma che ancora ad inizio del XX secolo portavano ai colli di accesso alle valli confinanti).

Per noi il Top è il Lago Liamau. Ecco, allora, qualche informazione in più. Si trova a quota 2.336 metri, è il lago oligotrofico più grande presente in Valchiusella ed è il più importante per la storia dell’economia alpestre. Appare quasi all’improvviso, regalando sensazioni inappagabili e non a caso è la meta più ambita dalla maggior parte degli escursionisti. È uno stupendo lago incastonato tra pareti di roccia verticale dai colori cangianti, segno inequivocabile di purezza delle acque. La gita alla punta Liamau (m 2734) si svolge percorrendo tutto il vallone del Rio delle Balme,  considerato il più selvaggio della Valchiusella. Fino al lago Creus (m 1962) il vallone è percorso da un sentiero abbastanza ben conservato, poi ci si muove su tracce più o meno evidenti; infine bisogna superare un’aerea crestina di rocce salde e sicure. La gita ha un dislivello considerevole (1660 m – 5,30 ore), e richiede oltre che buon allenamento, anche abitudine all’arrampicata (facile) per il tratto finale.

Leggende sul fascino misterioso di questo stupendo lago lo fanno derivare da un’antica magia celtica. Si tratterebbe di segreti lontani dettati dalla storia, che vogliono l’alta Valle come uno degli ultimi baluardi di resistenza dei Celti (che veneravano le acque di laghi e sorgenti) dall’espansione romana. Credenze popolari più recenti, parlano anche di un pezzo di aereo sprofondato nelle sue acque nell’ultima guerra prima di precipitare in alta Valle Orco.