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CASTELLI - OLTRE MILLE ANNI DI STORIA

La posizione geografica del Canavese ne ha fatto, da sempre, terra di conquista e transito di eserciti. Ogni epoca ha lascia- to tracce storiche importanti: castelli, torri, palazzi nobiliari, chiese, disseminati tanto sulle creste delle colline quanto nel centro di nuclei urbani. Castelli e torri, purtroppo, non sono tutti visitabili: alcuni sono pubblici, molti sono privati. Ovunque, tuttavia, sono splendidi protagonisti del panorama canavesano.

Non dovete perdervi le visite al Castello di Agliè, con giardino all’italiana e parco all’inglese (residenza sabauda sito UNESCO) e al Castello di Masino, proprietà del FAI, immerso nel suo parco, da cui si gode un impareggiabile panorama.

E per scoprire i più scenografici vi suggeriamo un itinerario che tocca vari contesti paesaggistici. Il Castello di Montalto Dora, vera fortezza, domina dall’alto tutta la zona dei 5 laghi: si raggiunge con una camminata tra boschi e vigneti. Il Castello di Ivrea, nella parte alta del centro storico, con le sue 4 possenti torri, di cui una mozzata (mai fulmine fu più preciso nel colpire proprio quella che conteneva le munizioni e la polvere da sparo!).

Il Castello di Pavone che, con le mura merlate e l’imponente mastio, sovrasta il paese e, con i suoi ricetti, dava rifugio alla popolazione durante gli assedi.

Il Castello di San Giorgio, appartenuto alla famiglia dei Biandrate, ora massiccio palazzo nobiliare. Il Castello di Mazzè, composto in realtà di due edifici distinti che sovra- stano il corso della Dora Baltea.

CHIESE

I veri scrigni sono le chiese, che custodiscono architetture e opere d’arte di tutte le epoche, disseminate in ogni angolo, in ogni centro abitato, seppur piccolo, nelle campagne, nelle borgate di montagna; simboli del potere ecclesiastico nei se- coli e, allo stesso tempo, della devozione popolare.

La Cattedrale di Santa Maria Assunta ad Ivrea, con i pos- senti campanili romanici e la cripta. L’Abbazia di Fruttuaria a San Benigno Canavese, con la torre campanaria, gli scavi archeologici e i mosaici dell’XI secolo.

Il Duomo di Chivasso, come lo chiamano i chivassesi, con la sua facciata capolavoro gotico in terracotta. Il Santuario di Belmonte, splendido balcone sul Canavese, con il suo Sacro

Monte. Il Duomo di San Giovanni Battista a Cirié, bellissimo esempio di gotico piemontese, che custodisce alcune opere d’arte di gran pregio, la chiesa del Convento di San Bernardino a Ivrea, con un mirabile transetto affrescato dallo Span- zotti nel 1485.

E poi le architetture industriali di Ivrea, riconosciute dall’UNESCO, l’edificio di presa del Canale Cavour a Chivasso e tanti musei tematici come il Museo Garda ad Ivrea, con preziose collezioni di arte orientale, il Museo Tecnologic@mente con le collezioni di macchine Olivetti, il Museo Storico Etnografico Nòssi Ràis a San Giorgio, il Museo della Plastica Cannon-Sandretto e il Museo del Territorio a Pont.

BENI PATRIMONIO UNESCO IN CANAVESE

  • Ivrea ” Il sogno di Adriano”
    Ivrea, città industriale del XX secolo, patrimonio Unesco
  • Musei e Cultura
  • Museo-Laboratorio Tecnologic@mente – Fondazione Cappellaro

IVREA E I BORGHI DEL CANAVESE

Uno degli elementi che caratterizzano il Canavese è la presenza di un numero altissimo di centri urbani, la gran parte molto piccoli, raccolti intorno ad una chiesa, ad un castello o ad una torre: non poteva essere altrimenti, in considerazione di ciò che vi abbiamo già raccontato della sua storia e dei suoi beni architettonici. Su 130 comuni, si contano sulle dita delle mani quelli che hanno più di 10.000 abitanti!

Il senso di appartenenza è molto forte e nessuno, negli anni, e, addirittura, nei secoli, ha rinunciato alla sua identità. Vanno scoperti con lentezza, apprezzando le loro piazze, le loro strade più suggestive, magari in occasione di eventi tradizionali che consentono di conoscerne sia la cultura immateriale sia quella enogastronomica. Ve ne raccontiamo qualcuno: a voi scegliere quello che vi incuriosisce di più o che vi pare più affascinante.

Ivrea: affascina per il suo Lungo Dora, per la sua origine romana (sapete come si chiamano i suoi abitanti?), per la sua storia industriale, che ne ha plasmato anche l’urbanistica, per gli scorci di Via Arduino e delle viuzze che portano al castello, per la Torta 900 e, ovviamente, per il suo Carnevale, con Violetta, la Battaglia delle Arance e i cavalli, grandi protagonisti di questo

evento fuori dagli schemi e della Patronale di San Savino.

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